Politica
01/09/2021
di Umberto Mastromartino
Nel "Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa è impressa una verità tutta italiana: tutto cambia perché nulla cambi.
E Foggia è assolutamente lo specchio di questa male. Che nella nostra città sia stata l'urbanistica malata (con annessi i lavori pubblici) il cancro che ha l'ha corrosa e divorata è un fatto che nessuno può smentire o negare. Che la "regia" negli ultimi vent'anni di questo Servizio sia stata di fatto ad appannaggio esclusivo di un sistema di potere è fatto altrettanto assolutamente risaputo.
Non a caso Landella scelse di far presiedere la "Commissione urbanistica" al "fido grillino" Quarato. Particolare che è bene ricordare ai Cinquestelle dalla memoria corta e dalla coerenza a geometria variabile: l'ex sindaco leghista a Foggia ha giovato della loro "costruttiva collaborazione", perché è stato questo il loro modo di fare opposizione a Landella.
Il 29 luglio mentre io discutevo di questo durante la manifestazione "La Politica Pulita", per evitare la morte civile determinata dallo scioglimento per mafia, la Commissione di accesso agli atti depositava la relazione favorevole allo scioglimento del Comune di Foggia.
In quell'occasione alla domanda di un partecipante sul ruolo e le responsabilità dei dirigenti, risposi candidamente che se fosse dipeso da me, la prima cosa da fare sarebbe stata quella di "rimuovere" il dirigente Affatato e destinarlo ad "altro incarico".
Oggi sul piano formale il dirigente all'urbanistica non era lui, il sistema della "riorganizzazione landellizato" aveva "mimetizzato" il suo ruolo, "parcellizzando" le responsabilità, affidando il "potere di firma" ai funzionari.
Fatta questa doverosa premessa, non possiamo sottacere l'obbrobrio, in tema di trasparenza, messo in atto dalla Commissione Straordinaria nominata dal Viminale.
Con la Determinazione n.1056 del 25 agosto 2021 è stata infatti pubblicata una "Procedura di evidenza pubblica per curriculum e colloquio per l'affidamento dell'incarico triennale di Dirigente tecnico relativo al Servizio Urbanistica".
Un bando che non esito a definire irricevibile in tema di trasparenza, perché carente di qualsiasi griglia di valutazione in termini di "peso" e di relativi "punteggi", come si evince dalla lettura del bando allegato alla determinazione dirigenziale, ed in particolare dell'articolo 6 della determinazione pubblicata all'Albo Pretorio.
Di fatto si spaccia un incarico "intuitupersonae" con una procedura aperta. Perché la scelta, alla fine, sarà totalmente discrezionale, con buona pace della comparazione curriculare raccontata come caposaldo della procedura selettiva.
Oltre alla censure formali e politiche (perché di scelta politica si tratta, esattamente come avvenuto per la decisione di cancellare con un tratto di penna i concorsi pubblici per far fronte al fabbisogno di personale approvato assieme al Bilancio dal Commissario Marilisa Magno) il rischio più grave è rappresentato dal fatto che un domani, quando gli "illuminati commissari" lasceranno l'incarico ai comuni mortali che si cimenteranno con la selezione democratica, avranno precostituito un "precedente" estremamente pericoloso che consentirà al "politico di turno" di riproporre tali pratiche, assolutamente censurabili, se non illegittime!
Perché se è lecito scegliere in quel modo il dirigente di un settore strategico ed opaco nella storia della Città per un funzionario dello Stato, sarà difficile sostenere che non lo sia per un politico, chiunque egli sia e a qualunque schieramento appartenga.
Un precedente gravissimo e a tratti quasi dispotico, che rafforza in me la convinzione che fosse urgente e fondamentale permettere ai Foggiani di esprimere il loro voto. Con buona pace dei tifosi del Commissariamento perpetuo come panacea di tutti i mali di Foggia.