Politica
09/02/2022
di Umberto Mastromartino
L'indifferenza dei buoni e l'ammonimento di Socrate
Come tanti sono partecipe della commozione e dell’indignazione per la tragica morte di Camilla. Ero fra quanti hanno testimoniato una vicinanza non formale al dolore dei suoi familiari, nella piena consapevolezza che non si trattasse solo di un fatto privato. Senza invadere il campo della doverosa ricerca di giustizia, che compete ad altre sedi, è profonda e diffusa la consapevolezza che oggi sono in discussione, non più rinviabili, valori fondanti della nostra Città e della sua vita pubblica.
Come nel gennaio 2020, con la grande manifestazione di Libera, la risposta di Foggia è stata intensa e partecipe. Proprio per questo non dobbiamo accontentarci della sola indignazione, protesta e memoria. È necessario scendere in campo, rimboccarsi le maniche fino a sporcarsi le mani. Dobbiamo convincerci che la nostra vita personale e lavorativa non può svolgersi in un luogo appartato e dimentico delle asprezze, delle bellezze e delle piaghe della comunità a cui apparteniamo. Non è più pensabile che ci si limiti alla deplorazione, che ci si abbandoni al disgusto e alla disperazione e che, dopo un po’, si ritorni a pensare solo a se stessi. Così non se ne esce e nel frattempo la stampa internazionale, anche di oltreoceano, continua ad esaltare il degrado dilagante che coinvolge la nostra Città. Avere a cuore il destino della propria città comporta sacrifici e rinunce, significa avere la forza di mettere da parte interessi personali di qualsiasi natura, anche economici. Significa mettersi in gioco. Senza distinzione di età, di genere, di ceto e di censo. Accettiamo la sfida. Combattiamola, perché abbiamo coraggio e armi sufficienti per combatterla. Vinciamola, perché possiamo vincerla. Ma per questo nessuno può restare in panchina o a bordo campo, nessuno può restare spettatore. Dopo l'indignazione, la rabbia e le fiaccolate si passi a fatti concreti. È tempo di impegno valoriale e politico, di riscoperta e valorizzazione del termine “cittadino”. Non possiamo rassegnarci ad essere solo abitanti casuali alla ricerca di una via di fuga. Così fosse, fiaccolate e manifestazioni affollatissime sarebbero un’inutile irrisione e, come ammoniva Socrate, la pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica è di lasciare il mondo nelle mani dei malvagi.
Pippo Cavaliere