Cultura
24/05/2022
di Umberto Mastromartino
Giorni fa ho avuto il piacere di leggere un post di Pasquale Episcopo condiviso dall’amico Alberto Mangano sulla sua bacheca facebook.
Non sapevo chi fosse Pasquale Episcopo ma sono rimasto catturato dalla sua conoscenza. Mi sono informato e ho scoperto che costui è di origine foggiana ma vive a Monaco di Baviera dove insegna. La sua storia saltò alle cronache un paio di anni fa quando annunciò che, grazie ai suoi rapporti con i discendenti di Federico Secondo, era riuscito a convincere gli stessi a scegliere anche Foggia tra i luoghi, cari all’Imperatore, che meritavano la posa di una stele. E così venne a Foggia per parlare con l’Amministrazione con cui scelse la zona di via Arpi per posizionare appena possibile il prezioso ricordo.
Pasquale Episcopo spiegava perché riteneva inopportuna individuare nel Palazzo delle Dogane la location dove realizzare la mostra permeante delle “cianfrusaglie” del nostro prestigioso concittadino Renzo Arbore.
Come fosse importante in quel luogo realizzare il Museo della Transumanza, lo ha fatto come fa uno storico arricchendo il racconto con dovizia di particolari a me inediti.
Rispetto a quanto evidenziato dal prof. Episcopo si rendeva necessario trovare un posto alternativo alla notevole iniziativa – è bene ricordarlo e ribadirlo – finanziata dal Teatro Pubblico Pugliese sulla quale evidentemente il presidente protempore delle Provincia Nicola gatta ha inteso “metterci il cappello” come è suo stile, trasformando ogni evento in un’attività propagandistica.
La Politica è cercare soluzione, non indossare i guantoni e lanciare sfide per l’ennesima prova muscolare, rispetto a chi, con spirito di partecipazione civica, cerca di dare un contributo costruttivo.
Avevo sommessamente invitato Gatta a valutare l’opportunità di realizzare la mostra permanente “Casa Arbore” alla Pinacoteca ‘900, trattandosi di un contenitore culturale, nono solo adeguato, ma assolutamente rispondente al profilo artistico e culturale dei manufatti che lo stesso Arbore ha definito le sue “cianfrusaglie”.
Rispetto ad una proposta di buonsenso il Presidente protempore, Nicola Gatta, ci fa sapere di aver letto - ma evidentemente non compreso – i rilievi storici, artistici e culturali mossi da Pasquale Episcopo rispetto alla sua scelta.
Non si tratta se possano o meno coesistere una mostra permanente di oggettistica e la sede di Palazzo Dogana, si tratta evidentemente di valutazioni che esulano dalla “competenza politica” trattandosi di materia storica sulla quale eviterei di avventurarsi, ma tentare di entrare nel merito dei rilievi mossi, e farsi aiutare da chi ha competenze specifiche alle quali la Politica dovrebbe avere il buon senso di affidarsi, onde evitare – le solite - brutte figure.
Spero ed auspico che questo ennesimo appello pubblico non cada nel vuoto, ma si voglia affrontare nel merito una questione che deve essere affrontata con la saggezza che merita.
Un invito allo stesso teatro Pubblico Pugliese che finanzia la lodevole iniziativa del nostro concittadino Arbore a valutare la migliore soluzione invitando sin d’ora ad allestire presso Palazzo Dogana, già sede della Regia Dogana della “Mena delle pecore”, quel Museo della Transumanza a testimonianza permanente delle radici e dell’identità del nostro territorio.