Spettacolo
26/05/2022
di Umberto Mastromartino
Quando si parla del gruppo folk “La Vesteséne” vengono subito in mente parole come “tradizione, entusiasmo, gioia di vivere, divertimento”. La lista di vocaboli sarebbe ancora lunga, ma per non sembrare autocelebrativi, lasciamo ad ognuno di voi la possibilità di aggiungerne altri. Tuttavia, “La Vesteséne” non è solo questo. Già, perché se da una parte il gruppo folkloristico di “Serenata alla tarantella” rimanda demblée alla spensieratezza di una danza popolare e alle note allegre di una fisarmonica, dall’altra, ancora una volta, fa un passo avanti in direzione della solidarietà, della beneficenza, dell’accoglienza. Per la seconda volta in pochi mesi cantanti, ballerine e musicisti dell’entourage di “Serenata”, hanno varcato i cancelli di una casa circondariale, esattamente quella di Lucera, per condividere una mattinata di allegria con i detenuti. Grazie alla sensibilità della direttrice dr.ssa Patrizia Andrianello e alla collaborazione del personale dell’area trattamentale dell’istituto, gli ospiti della struttura hanno potuto trascorrere qualche ora di festa muovendo passi ora incerti ora audaci, al suono coinvolgente delle più celebri danze popolari pugliesi. Tra una pizzica e una tarantella di Monte Sant’Angelo , in un assolatissimo cortile tristemente recintato, “La Vesteséne ” ha fatto sue le parole degli Ebrei(13, 3): “Ricordatevi dei carcerati, come se foste in carcere con loro”. E a loro ha offerto, in maniera del tutto disinteressata, attimi di spensieratezza in cui poter ancora sognare un mondo fuori, gioioso e raggiungibile. Perché è anche questo uno degli obiettivi di giornate come quella di oggi: sensibilizzare l’opinione pubblica affinchè la vita in carcere non venga percepita come meramente punitiva ma foriera di un futuro vissuto dignitosamente. Essa può ancora diventare occasione di meditata elaborazione di errori e scelte sbagliate fatte in passato; un passato che di certo non può essere cambiato ma che nello stesso tempo non può condannare un uomo ad un’ esistenza di totale esclusione dalla società civile. Da sempre sensibile a ogni tipo di problematica sociale, “La Vesteséne ” ancora una volta si fa attenta agli altri, superando pregiudizi e discriminazioni, in un connubio perfetto di valori civili e amore per la tradizione.