Politica
31/05/2022
di Umberto Mastromartino
Le proteste sull'esigenza di affiancare la Commissione Straordinaria del Comune di Foggia nella sua azione di governo mi paiono totalmente fuori luogo e prive della consapevolezza reale di ciò che sta accadendo alla Città.
L’idea lanciata dal Governatore Emiliano durante la presentazione del Comitato Civico “Resto a Foggia” sta suscitando polemiche pretestuose, evitando di cogliere l’essenza, il significato politico dell’iniziativa.
Foggia non può restare sola in questo momento delicato della sua storia, se vogliamo il più delicato dal dopoguerra ad oggi, probabilmente di questo qualcuno non se ne è accorto!
Non c'è bisogno di leggere il Testo Unico degli Enti Locali o di polemizzare su poteri e competenze istituzionali per rendersi conto che è necessaria una sterzata brusca e radicale.
La questione non è tecnica, come qualcuno vorrebbe far credere, ma politica. Nel momento in cui i Comuni sono chiamati a confrontarsi con il PNRR e a non perdere neppure un euro dei finanziamenti messi a loro disposizione, non si può fare gli spettatori. Soprattutto se guardiamo agli errori che la Commissione ha commesso finora, su tutti la chiusura delle scuole comunali dell'infanzia, la disastrosa gestione del piano sociale di zona e del pon inclusione, i ritardi accumulati nei pagamenti dei soggetti erogatori di servizi all'infanzia e agli anziani.
È un bene che la Commissaria Magno abbia finalmente capito che è il caso di aprire una riflessione, e se è il caso correggere provvedimenti sbagliati nel merito e nel metodo con cui sono stati adottati.
Credo che questa volontà sia il frutto delle proteste dei cittadini e anche delle denunce che il sottoscritto ha fatto in questi mesi. Mi sono occupato della vicenda senza risparmiarmi. Anche quando venivo accusato di essere "ossessionato" dalla dirigente facente funzioni alle Politiche Sociali, istruzione e politiche abitative Silvana Salvemini, che di obbrobri amministrativi in ogni servizio di sua competenza ne ha ormai collezionato un'infinità.
Chi oggi urla e strepita contro la possibilità che la Commissione possa essere aiutata a lavorare meglio dov'era quando la Città protestava?
I consiglieri regionali di centrodestra preoccupati da un "Commissariamento dei Commissari" dov'erano quando i cittadini avevano bisogno che qualcuno si facesse portavoce delle loro esigenze? Hanno mai chiesto un incontro alla Commissione? A me pare di no. Mi sembra di ricordare solo un loro assordante silenzio e un loro imbarazzante disinteresse.
Sostenere oggi che la Commissione debba occuparsi della "bonifica" dell'Ente dalle incrostazioni che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale è vero e io stesso l'ho sostenuto.
Ma accanto alla necessaria azione di bonifica, che è bene ricordare è stato di carattere – quasi esclusivamente- di natura politica, la Città va anche governata.
È per questo che servono un affiancamento e un accompagnamento che coinvolga la Comunità, le categorie e le altre Istituzioni. Ben venga la disponibilità di chiunque possa accompagnare Foggia fuori dal baratro in cui il centrodestra l’ha fatta precipitare.
Inoltre, lo ricordo perché forse chi protesta lo ha dimenticato, Foggia è in queste condizioni e il Comune è stato commissariato per mafia perché a determinarlo sono stati proprio i partiti di chi si indigna a mezzo stampa.
Se i consiglieri regionali del centrodestra vogliono continuare a disinteressarsi della Città come hanno fatto fino ad oggi nessuno li costringerà a cambiare idea. E forse non è un male visti i disastri che i loro partiti hanno provocato quando governavano la Città sostenendo con forza e convinzione il Sindaco Franco Landella.
Ma questo è il passato, sul quale è inutile ormai anche soffermarsi.
Abbiano però – almeno- la decenza di permettere a chi ha amore per Foggia, buona volontà e spirito di sacrificio di occuparsi dei problemi che riguardano i Foggiani.
Bisogna dare una prospettiva alla nostra Città, serve un orizzonte politico che guardi nell’ottica dei prossimi vent’anni, e questa è un’opzione strategica che solo la politica - attraverso un processo partecipativo che coinvolga tutti – può e deve assumere.