Cronaca
03/11/2022
di Umberto Mastromartino
COMUNICATO STAMPA
In data odierna, la Polizia di Stato, nei territori delle provincie di Foggia e Bari, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 17 soggetti, di estrazione cerignolana e barese, indiziati di appartenere o essere fiancheggiatori di una spietata associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di un numero imprecisato di delitti contro il patrimonio ed in particolare di rapine pluriaggravate ai danni di furgoni portavalori, ovvero adibiti al trasporto di merce di ingente valore economico e dei reati fine di rapina in concorso, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi, anche da guerra, violenza privata e riciclaggio, ricettazioni e sequestro di persona.
L’articolata attività d’indagine trae origine da un assalto a un furgone portavalori perpetrato nel luglio 2020, nel territorio di Cerignola.
Le investigazioni, condotte dalle Squadre Mobili di Bari e Foggia, unitamente alle Squadre di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale “Puglia”, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine e dirette dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza anche in ordine ad alcuni reati scopo perpetrati dall’associazione.
Nello specifico, per alcuni degli odierni arrestati sono stati contestati i seguenti episodi delittuosi:
Dalle indagini, in particolare, è emerso che le azioni del gruppo criminale erano organizzate secondo un articolato schema operativo “marcatamente paramilitare”, che presupponeva un’accurata pianificazione di ciascun assalto e che vedeva la partecipazione, a ciascun colpo, di oltre 10 persone con ruoli ben definiti in ogni fase dell’azione criminosa. Gli assalti, oggetto d’indagine, sono stati eseguiti con autovetture, mezzi pesanti e mezzi d’opera provento di furti, consumati da fiancheggiatori dell’associazione. Nel corso delle azioni criminose, sono state utilizzate armi di vario calibro, selezionate a seconda dell’obiettivo da colpire, tra le quali si rilevano armi da guerra del tipo kalashnikov.
Le indagini hanno disvelato che il gruppo criminale, prima di ogni assalto, compiva sopralluoghi e monitoraggio dei transiti dei veicoli da assaltare e preparava la scena del crimine, già alcune ore prima del colpo, mediante il taglio o smontaggio di porzioni di guardrail, la predisposizione di catene e bidoni con chiodi a punta multipla, la collocazione dei mezzi da utilizzare per bloccare i veicoli blindati da assaltare, la chiusura del tratto stradale mediante il getto di chiodi a punta multipla e la frapposizione di mezzi pesanti e di veicoli provento di furto, ovvero di autovetture sottratte, con minaccia o violenza, ai viaggiatori in transito durante l’assalto, talvolta dandole alle fiamme per ostacolare o ritardare la reazione da parte delle Forze di Polizia.
È stato accertato, altresì, l’impiego di disturbatori di frequenza ad ampio raggio — c.d. jammers — idonei a inibire le comunicazioni telefoniche, via radio e via web durante l’esecuzione di ciascun assalto, impedendo, di fatto, i contatti con le sale operative delle FF.OO. e delle Ditte di trasporto, nonché il tracciamento GPS dei veicoli colpiti.
Gli elementi di prova raccolti hanno fatto emergere un grave quadro indiziario a carico del gruppo criminale, particolarmente organizzato e capace di colpire obiettivi diversificati ed ubicati ben oltre i confini territoriali di residenza (come dimostra la perpetrazione di rapine - consumate e tentate - anche in altre regioni), sovente in prossimità dei principali snodi logistici delle ditte, impegnate non solo nel trasporto di valori e T.L.E., ma anche di altre tipologie di merce.
Tutti gli assalti sono stati caratterizzati da una particolare violenza e spregiudicatezza, esponendo ad un rischio elevato tutte le vittime dirette e le persone presenti sul “teatro dell’azione”.
Dalle attività d’indagine e dagli accertamenti tecnici svolti dal Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica per la Puglia e la Basilicata sul munizionamento utilizzato, inoltre, sono stati riscontrati importanti collegamenti tra l’assalto al furgone portavalori del luglio 2020 e altre tre rapine consumate negli anni precedenti. In particolare:
- un assalto a portavalori della ditta “Rossetti Group”, consumato il 27 dicembre 2011 al km. 1 del tratto autostradale A1, nel territorio comunale di Lodi;
- una rapina consumata il 15 maggio 2015, sull’autostrada A16 - tra Cerignola e Canosa -, in danno di un furgone portavalori;
- una rapina tentata il 29 maggio 2017, in danno di un furgone portavalori I.V.R.I. a Cerignola (FG), in corso Roma, presso la filiale “Intesa San Paolo”.
L’attività effettuata, anche attraverso attività tecniche di intercettazione e di monitoraggio costante degli indagati, ha permesso di rilevare l’esistenza e di disarticolare una pericolosa associazione per delinquere dedita alla commissione di una serie indefinita di rapine a mano armata a mezzi di trasporto di beni di valore, unitamente alla perpetrazione dei c.d. reati satellite quali porto di armi (anche da guerra), ricettazioni e sequestri di persona.
Al momento gli odierni arrestati, per effetto della presunzione di innocenza, risultano essere indagati e la loro eventuale colpevolezza sarà decisa nel contraddittorio tra le parti dinanzi all’Autorità Giudiziaria con le forme e le garanzie previste dalla legge.
Al link il video
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Il Portavoce
Dr.ssa Delia Piscopo.