Politica
31/05/2023
di Umberto Mastromartino
Gli esiti del lavoro di controllo del territorio operato dalle Forze
dell'Ordine, con particolare riferimento a quello svolto nel centro
storico e nelle periferie della città, sono una bella notizia per Foggia.
I risultati ottenuti soprattutto in piazza Mercato, diventata ormai
luogo di risse ed attività illegali e teatro proprio nei giorni scorsi
dell'ennesima aggressione ai danni di due nostri concittadini,
dimostrano lo sforzo encomiabile portato avanti dallo Stato.
Si tratta di uno sforzo per il quale la nostra comunità è grata a tutti
gli agenti delle Forze dell'Ordine e a tutti gli organismi dello Stato
impegnati in questa battaglia: dalla Prefettura alla Procura della
Repubblica, da sempre in prima linea contro ogni forma di criminalità e
contro il cancro rappresentato dalla "Quarta Mafia".
Consapevoli di questo costante impegno, crediamo però che si possa e si
debba fare un ulteriore passo in avanti, potenziando ad esempio il
sistema di presidio delle vie cittadine, delle aree periferiche e delle
porzioni della città in cui è maggiore l'aggregazione giovanile,
superando la storica ed atavica carenza di uomini e mezzi.
Un'esigenza rispetto alla quale le risposte del Ministero dell'Interno
ci sono apparse sino ad oggi non all'altezza della sfida che abbiamo di
fronte e della gravità del fenomeno mafioso foggiano.
A Foggia servono gruppi motorizzati di cui la città è inspiegabilmente
priva, più agenti in borghese non solo per pattugliare la città, ma
soprattutto per bonificare la "movida" dalle attività illecite. Perché
gli episodi di efferata violenza che siamo costretti a registrare non
sono solo casi di microcriminalità, ma testimoniano la volontà della
mafia di rinfoltire la propria manovalanza e di riorganizzarsi, tentando
di affermare il proprio controllo del territorio dopo la straordinaria
attività della "Squadra Stato" che ha decapitato i vertici delle
cosiddette "batterie".
La lotta alla "Quarta Mafia", a questa piovra che inquina il presente e
ruba il futuro alla città, va condotta senza dubbio sul piano della
"rivolta culturale e delle coscienze" ma anche con gli strumenti della
repressione e di inelligence che hanno evidentemente bisogno di essere
potenziati ed implementati, ricevendo un'attenzione da parte del Governo
nazionale finora rivelatasi su questo terreno chiaramente insufficiente.
Il comitato civico "Resto a Foggia".