Politica
13/08/2023
di Umberto Mastromartino
La verità sottaciuta
Credevo e speravo di non dovermi più interessare del Teatro Giordano, invece la recente sentenza emessa dal Tribunale di Foggia, che condanna il Comune al pagamento di oltre due milioni di euro, mi induce ad un’amara riflessione.
La sentenza si fonda su un presupposto, a mio parere, errato, ossia su quanto attestato nel certificato di ultimazione dei lavori, regolarmente depositato agli atti, a firma del solo appaltatore, anche se sembra che successivamente sia comparso un certificato a firma anche del direttore dei lavori, come previsto per legge. Con detto certificato si attesta che i lavori sono stati completati a giugno 2009, entro cioè il termine contrattuale. A quella data all'appaltatore, avendo “ultimato” i lavori, viene pertanto liquidato l'intero importo contrattuale sulla scorta di un registro di contabilità, anche questo agli atti, di cui sarebbe utile conoscere le firme di sottoscrizione.
A sconfessare quanto sopra in maniera inconfutabile, esiste però numerosa documentazione che dimostra che non risponde al vero quanto attestato nel certificato di ultimazione; i lavori sembrerebbero infatti completati ben oltre il 2009 e comunque non prima del 2012. Si riportano di seguito, affinchè i lettori ne abbiano contezza, parte di questi elementi, anche questi agli atti o attinti dalla relazione del CTU:
1) il verbale in data 24.04.2012 da cui si evince che l'impresa esecutrice, a distanza di ben 3 anni dalla presunta ultimazione dei lavori, non ha ancora consegnato le dichiarazioni di conformità e le certificazioni relative alle opere eseguite, che avrebbero consentito il benestare dei Vigili del Fuoco all’utilizzo della struttura; detto verbale risulta sottoscritto dallo stesso appaltatore;
2) il verbale della commissione di vigilanza in data 01.03.2011, in cui si attesta che i lavori non sono stati ancora ultimati, che gli stessi sono stati eseguiti in difformità del progetto approvato e che alcuni degli impianti eseguiti non sono funzionanti. Detto verbale è sottoscritto da numerosi soggetti, tra cui un ingegnere del comando dei VVF ed il comandante della polizia municipale;
3) il contratto di subappalto in data 04.01.2011, con cui l'impresa esecutrice affida ad altra ditta i lavori di completamento degli impianti;
4) la proposta di delibera G.M. n° 43 del 19.02.2015 e l'allegata relazione a firma del dirigente del settore LL.PP., con cui si contestano all'impresa esecutrice una serie di inadempienze, tra cui la ritardata ultimazione dei lavori;
5) la nota dell'AVCP (ora ANAC) in data 12.03.2013, con cui si contesta al Comune di Foggia la mancata risoluzione del contratto d'appalto a causa delle numerose inadempienze dell'appaltatore, tra cui la ritardata ultimazione dei lavori;
6) l'ordine di servizio n° 7 del 12.03.2010 con cui il direttore dei lavori contesta la mancata ultimazione dei lavori; in detto ordine di servizio le opere non completate vengono dettagliatamente indicate e risultano ben superiori a quelle indicate nel certificato di ultimazione di giugno 2009; con l’occasione la direzione lavori minaccia il ricorso alla rescissione contrattuale;
7) il verbale della visita di collaudo in corso d’opera del 25.06.2010, in cui il direttore dei lavori conferma la mancata ultimazione dei lavori e dichiara che “i tempi contrattuali sono ampiamente scaduti.....con consequenziale grave danno per l’Amministrazione Comunale”;
8) il verbale della visita di collaudo in corso d’opera del 28.07.2010, in cui l’impresa esecutrice s’impegna a completare ben 22 categorie di opere non eseguite, che vengono dettagliatamente elencate;
9) la nota del 6.10.2010 con cui il direttore dei lavori minaccia nuovamente il ricorso alla rescissione contrattuale;
10) la nota del 23.11.2010 con cui il direttore dei lavori fa rilevare che l’impresa non ha ancora completato i lavori impiantistici e non ha prodotto le certificazioni di legge;
11) la nota del 20.12.2010 in cui il direttore dei lavori scrive: “Premesso che....... non è pervenuta alcuna certificazione relativa agli impianti eseguiti ed ai materiali impiegati .... Considerato che allo stato attuale nessuna attività lavorativa viena svolta da codesta impresa......... Rilevato altresì che tale condotta omissiva sta arrecando notevoli danni all’Amministrazione Comunale, si comunica l’avvio della procedura rivolta alla risoluzione del contratto d’appalto....per grave inadempienza e ritardi ..........”
12) il verbale della riunione del 23.03.2011 in cui l’impresa esecutrice conferma la volontà di completare i lavori;
13) la nota del 13.07.2011 con cui il direttore dei lavori contesta all’impresa esecutrice il perdurare di alcune inadempienze;
14) nella nota allegata al verbale della riunione tenutasi il giorno 17.04.2012, il direttore dei lavori dichiara che i lavori “...non ancora sono stati completati nel rispetto del progetto approvato; inoltre l’impresa non ha ancora prodotto tutte le certificazioni, più volte richieste relative agli impianti....”.
Quindi da una parte c’è un certificato di ultimazione, originariamente sottoscritto dal solo appaltatore, che attesta che i lavori sono stati completati a giugno 2009, a cui fa seguito la liquidazione all’appaltatore stesso dell’intero importo contrattuale. Ad attestare invece che i lavori sono stati ultimati ben oltre giugno 2009, e quindi con notevole ritardo rispetto agli obblighi contrattuali, c’è il direttore dei lavori e responsabile del procedimento, il collaudatore in corso d’opera, il comandante dei vigili urbani, l’ingegnere dei Vigili del Fuoco, l’AVCP (ora ANAC) e persino lo stesso appaltatore! E’ del tutto evidente che se si dovesse partire dal presupposto che quanto attestato da questi ultimi rappresenta la verità dei fatti, la narrazione della vicenda giudiziaria porterebbe a conclusioni ben diverse da quelle a cui perviene la recente sentenza, anche perché verrebbero meno le ragioni su cui si fondono le riserve, oltre all’applicazione delle penali previste per legge conseguenti alla ritardata ultimazione.
Ebbene, tutto ciò premesso, pur in presenza di elementi inconfutabili e tutti correttamente evidenziati dal Comune di Foggia, appare quanto mai singolare che nei numerosi atti finora prodotti nel corso della vicenda giudiziaria, non venga contestato il suddetto verbale di ultimazione, ma si continua a ritenere, ahimè, che i lavori sono stati completati a giugno 2009 e a dichiarare che gli stessi sono stati eseguiti regolarmente. Potrà così liquidarsi all'appaltatore l'ulteriore somma di oltre due milioni di euro, dopo che il teatro è rimasto inagibile per ben nove anni e riaperto nel 2014 e cioè a distanza di oltre 5 anni dalla “dichiarata” ultimazione dei lavori. E a rimetterci saranno ancora una volta le tasche dei cittadini.
Rimane la profonda amarezza che circostanze e situazioni di questo genere alimentano non pochi dubbi nei cittadini ed accrescono la sete di giustizia e di verità.
Pippo Cavaliere