Sulla "vicenda Cassandro" al Comune di Foggia si sta consumando politicamente un vigliacco gioco del cerino.
Nel "campo largo progressista", o meglio "perbenista", ormai si fa a gara a prendere le distanze da quell'affidamento. Arrivando addirittura a sostenere che si tratterebbe di un atto totalmente gestionale, la cui competenza sarebbe esclusivamente dirigenziale.
Bugie.
L'affidamento del servizio di rendicontazione dei progetti PNRR alla "Cassandro Srl" è un atto assolutamente e pienamente politico. Senza se e senza ma.
La dirigente che ha firmato la determina, infatti, ha semplicemente dato corso all'indirizzo politico contenuto nella delibera di Giunta che avevo già ampiamente illustrato nel Consiglio comunale del 25 luglio, denunciando l'illegittimità della determina di affidamento alla "Cassandro Srl" ad essa precedente, perché "partorita" mentre al Comune di Foggia l'Unità di Missione PNRR era ancora vigente ed operativa nella sua tecnostruttura. Con quella delibera di Giunta, che ha soppresso l'Unità di Missione, si sono -pre- costruite le condizioni per un'unica possibilità: l'esternalizzazione del servizio di rendicontazione dei progetti affidato nelle scorse settimane alla "Cassandro Srl", cioè alla stessa società a cui - già nel mese di luglio - si voleva assegnare l'incarico. Non sono coincidenze, ma fatti che descrivono chiaramente la palese volontà politica non solo di portare all'esterno il servizio, ma anche di affidarlo intenzionalmente proprio alla "Cassandro Srl". Nessuna preliminare indagine di mercato, così come impone il codice degli appalti, per gli affidamenti diretti. Una strada che tanto il PD quanto il M5S hanno deciso e condiviso con i propri assessori.
Un' amministrazione seria e partiti degni di questo nome, di fronte a questi elementi incontestabili, si assumerebbero le proprie responsabilità, invece di tentare in modo politicamente squallido - dopo l'esplosione delle polemiche - di lavarsene le mani sostenendo che la politica non avrebbe avuto alcun ruolo in questa operazione.
E d'altro canto le modalità in cui sia il Partito Democratico sia il Movimento Cinque Stelle stanno provando a far credere di esserne estranei sono a metà tra il grottesco e il ridicolo. Entrambi affermano che l'atto con cui si è affidato il servizio alla "Cassandro Srl" sia legittimo ma nello stesso tempo ne chiedono la revoca. Comprendo che per amministratori di questo livello tutto sia possibile. Tuttavia nel nostro ordinamento non esiste l'istituto della revoca in autotutela per "inopportunità politica" o per "regolamenti di conti" tra i partiti di maggioranza, la Sindaca e il "superassessore" Galasso. E disporre la revoca dell'atto avrebbe come unico risultato quello di esporre il Comune ad un ricorso (vincente) da parte del soggetto affidatario dell'incarico.
Se la situazione non fosse dannatamente seria ci sarebbe da ridere di fronte a dilettanti allo sbaraglio che giocano con i 60 milioni di euro di finanziamenti PNRR che Foggia ha ottenuto e che per la loro inadeguatezza rischia di perdere.
Fondi con i quali questa Amministrazione è stata capace di combinare solo pasticci. Sia nella "questione Cassandro" sia tenendo i progetti fermi nei cassetti degli assessorati, come certificato dal responsabile dei Servizi Finanziari, Carlo Dicesare, e dal Collegio dei Revisori dei Conti, che hanno apertamente parlato di "inerzia amministrativa".
Un'indecorosa pantomima inscenata sulla pelle dei Foggiani, su cui la stessa Sindaca finora non ha speso neppure una parola. Di fatto ignorando tanto il PD quanto il M5S.
Sul piano amministrativo questa pagina miserevole si chiuderà soltanto con il ripristino dell'Unità di Missione PNRR o con la decadenza dei bandi - completamente illegittimi, come ho avuto modo di dimostrare norme e documenti alla mano - con cui sono stati assunti i dirigenti ex articolo 110, tra i quali c'è la firmataria dell'affidamento alla "Cassandro Srl". Politicamente, invece, ci sono due ipotesi: o la Sindaca si piegherà alla richiesta del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle, ammettendo così di aver combinato l'ennesimo disastro e di essere una semplice esecutrice di ordini; o la prima cittadina confermerà l'affidamento, dimostrando che il PD ed il M5S non contano nulla. In questa seconda ipotesi si vedrà se gli indignati del giorno dopo dalla memoria cortissima avranno il coraggio di andare fino in fondo, ritirando i propri assessori e aprendo formalmente la prima crisi politica dell'Amministazione a poco più di un anno dal suo insediamento.
Insomma, comunque vada siamo rovinati. Con mille saluti alla tanto decantata "altra storia", che in realtà è molto più banalmente e tragicamente la celebrazione della mediocrità e della sciatteria arrivate al potere.