Cultura
27/11/2024
di Umberto Mastromartino
“NEFILIM. RIBELLIONE E CADUTA”: L’ARTE POP DI GIANNI PITTA
RILEGGE LA LEGGENDA DEGLI ANGELI CADUTI DAL CIELO
Ancora visitabile a Lucera il 29 e 30 novembre
l’esposizione dell’artista di respiro internazionale
“Nefilim, esseri caduti, ibridi tra cielo e terra, sono creature che portano con sé il peso di una ribellione primordiale. Ma chi sono, davvero? Figure mitologiche sepolte tra le pagine di antichi testi sacri, o simboli più intimi, radicati nel profondo di ciascuno di noi? Osservando le opere di Gianni Pitta, che li raffigura attraverso frammenti di immagini infrante, non possiamo non sentirci coinvolti. Questi giganti spezzati dal peccato e dalla colpa risvegliano un'eco profonda, rivelando qualcosa di sconosciuto che ci appartiene”. La psicologa, psicoterapeuta e giornalista Carmen Di Muro offre una traccia illuminante per condurci alla mostra inedita dell’artista Gianni Pitta Nefilim. Ribellione e Caduta, che torna ad essere visitabile in quest’ultimo weekend di novembre, venerdì e sabato 29 e 30, dalle ore 19 alle ore 20.30, ad ingresso libero presso lo spazio laboratoriale di Utò-Lo Spazio della Luce sito in via Pignatelli 14 a Lucera.
Gianni Pitta, classe 1963, torna ad esporre nella sua città Lucera, in provincia di Foggia, con un progetto inedito che viene editato e promosso dall’associazione culturale, artistica, scientifica e ambientale Utò-Lo Spazio della Luce. Mettendo in pratica un lavoro di ricerca durato mesi, Pitta tira fuori la sua “lettura pop” delle figure mitologiche dei cosiddetti “Angeli caduti dal Cielo” perché puniti per la loro insurrezione contro il volere Divino secondo la profezia apocrifa di Enoch. L’arcipelago espositivo, messo a frutto dall’artista pugliese, è fatto di pittura e scultura materica. I quadri e le installazioni di Pitta costituiscono un confronto, un dialogo, con gli epici Nefilim, andando a toccare le origini dell’uomo.
LA MOSTRA
Presenti nella Bibbia nell’era del pre-diluvio, I Nephilìm sono un popolo di umanoidi nati dall’incrocio tra i “figli di Dio” e le figlie di Adamo. Nell’immaginario collettivo sono rappresentati talvolta come giganti, creature impure, artificiali e magiche. Analizzando etimologicamente la parola, la radice verbale del termine Nephilìm significa “essere caduti” o “essere discesi”, rappresentando il transito e la congiunzione tra una sfera astratta e una materica, tra divino e terreno. Gianni Pitta, talento creativo classe 1963, che dal 1996 in poi, con il suo esordio a Vieste, ha esposto in Italia (Roma, Firenze, Milano) e nel mondo (sino a New York), ritorna ad indagare sulla psiche umana, riconducendola alla sua ancestrale creazione.
La mostra Nefilim. Ribellione e Caduta è caratterizzata da 21 tavole con dimensioni che oscillano dai 18x24 cm ai 33x50 cm, tutte realizzate con tecnica mista acrilico e stucco. La serialità della dimensione, annota il critico Raimondo Pinna, “esprime la volontà dell’artista di dare corpo e anima a una visione esperienziale del male vissuta attraverso la distorsione dell’immagine del Nefilim riflessa dall’insieme di frammenti di un unico vetro incrinato. Con la sua tecnica mista l’artista dà materia alla sua ansia: egli coglie che i Nefilim hanno necessità di cambiare il proprio esoscheletro, perché non hanno più spazio all’interno, perché la loro natura è crescere, crescere fino a diventare “giganti”; e così dita palmate, adunche, ma anche la materializzazione dei gomiti. L’ansia è però temperata dalla speranza che i nefilim potrebbero non essere stati così malvagi come il libro di Enoc li dipinge. Gli arti inferiori sono tenuti in secondo piano; a volte mancano, a volte sono fuori quadro, a volte sono linee gemelle dei segmenti che sono gli arti superiori. È un trucco, un depistaggio come l’amusement che l’artista si concede rappresentando spesso “gonfio” l’ovale del corpo; una metafora della massa abnorme dei nefilim descritti alti un centinaio di metri. Amusement il cui lontano spunto può ritrovarsi nei pacifici giganti rabelesiani Gargantua e Pantagruel”.
GIANNI PITTA: cenni biografici
Nato a Lucera il 2 agosto 1963, laureato in Architettura al Politecnico di Milano, durante gli studi di architettura a Milano Gianni Pitta frequenta vari studi di artisti milanesi e un corso sullo studio del colore durante il Bauhaus. Appassionato d’arte esordisce con la sua prima mostra personale al Museo Civico di Vieste (1996) a cui faranno seguito tantissime altre mostre anche all’estero: dall’Artis Recensio all’Antico Castello sul Mare di Rapallo alla Collettiva nella Cripta della Basilica di Santa Croce a Firenze, dalla Collettiva al Palazzo Pallavicini Rospigliosi del Quirinale di Roma alla Personale presso Miart di Milano, dalla Collettiva all’eternational Art New York sino alla più recente Kind hearted people al Polo museale di Trani.
Dalla pittura alle installazioni passando per il design industriale, i lavori di Gianni Pitta prendono sostanza in un colore denso e materico che strizza l'occhio all'action painting e alla street art americana coinvolgendo l'osservatore in un dialogo intimo sulla topografia dell'anima. Una narrazione onirica fondata sulla pura immaginazione in cui trova spazio "l'uomo", universale simbolo delle paure ma qui anche un essere molto solo in cerca di dialogo. Artista poliedrico anche nel campo del design industriale, è ispirato in modo morboso dall'icona del CUORE, che rappresenta in ogni forma e dimensione.
Credits mostra “Nefilim. Ribellione e Caduta”
Artista: Gianni Pitta
Promozione evento: associazione Utò-Lo Spazio della Luce (Lucera, Foggia, Puglia)
Curatrice: Cleonice Di Muro
Analisi critica: Raimondo Pinna
Progetto editoriale: Gianni Pitta e Utò-Lo Spazio della Luce
Foto: Walter Diga
Colonna sonora: producer Charlie Boy
Ufficio stampa Utò-Lo Spazio della Luce
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