Notizie

20/09/2016

Commissione d'inchiesta sui Consorzi di Bonifica
Le audizioni dei Sindacati

di Umberto Mastromartino

                                                    

                                                                                  Foggia li, 20 settembre 2016  

 Commissione d’inchiesta sui Consorzi di Bonifica, le audizioni dei Sindacati.

 

Il consigliere regionale di Area Popolare, Gianni Stea presidente della Commissione sula Gestione dei Consorzi di Bonifica ha incontrato, in audizione, i segretari regionali della Flai-Cgil Giuseppe Deleonardis, della Fai-Cisl Paolo Frascella e della Fibi-Uil Dino Salvati. “E’ stato un importante confronto, di riflessioni e di spunti”, ha sottolineato Stea. “Le relazioni presentate dalla Cisl e dalla Uil, in attesa di quella della Cgil, saranno nei prossimi giorni oggetto di ulteriori approfondimenti e valutazioni, che arricchiranno il nostro lavoro nell’interesse della comunità pugliese”.

 

Questa la relazione del Segretario Regionale della Filbi-Uil Dino Salvati

 La situazione contingente non consente più ai dipendenti di assistere supinamente, preferiamo professionalmente e responsabilmente parlare solo di ciò che riguarda la garanzia e l’ottimizzazione del futuro lavorativo. Da 15 anni doveva essere completata l’infrastrutturazione , in tal modo si sarebbero create le fondamenta per svolgere l’attività di gestione che, in tutta Italia, rappresenta il settore primario delle attività consortili. A tutt’oggi tali situazioni sono irrisolte a causa della totale inerzia degli organi preposti, che disattendono puntualmente all’attività di programmazione istituzionalmente  loro attribuita.

Questo “buco nero” istituzionale è la vera causa della drammatica situazione dei consorzi commissariati per i quali sono state sempre e unicamente individuate “soluzioni tampone” inadeguate sia alle esigenze del mondo rurale che alla professionalità e alla qualità dell’impegno lavorativo che, per decenni, le strutture consortili sono stato in grado di fornire.

La responsabilità del dissesto dei Consorzi di bonifica non può essere imputata al lavoro dipendente, vittima sacrificale di scelte politiche di questi anni che hanno scaricato il mancato pagamento dei tributi e servizi sulla fiscalità generale;

  1. a) Da anni chiediamo che sia completata e applicata la legge Regionale di Riforma dei Consorzi di Bonifica la n.4/2012, facendo pagare il tributo 630 alle imprese beneficiarie dei servizi dando così avvio a quel processo di autogoverno dei Consorzi più volte auspicate;
  2. b) Da anni chiediamo di mettere nelle condizioni i Consorzi di operare e svolgere a pieno le proprie funzioni istituzionali previste dalle intese stato regioni e dalla legislazione nazionale.

I roghi delle cartelle tributo 630, in questi ultimi tempi la confusione è aumentata a causa delle contestatarie posizioni assunte da Associazioni di categoria, Amministratori comunali, etc.. sul comportamento  (sospensione) da tenere nei confronti del pagamento del legittimo tributo di bonifica che, peraltro, non può essere l’unico cespite per l’intera gestione e gli oneri di gestione delle strutture ed impianti, realizzati con finanziamenti pubblici, debbono essere attribuiti agli Enti territoriali, regionali e statali.

E’ chiara la sensazione di tutti i dipendenti, si stia giocando una “battaglia” politica che nulla ha a che fare con la realtà lavorativa ( poco conosciuta e ancor meno valorizzata) e che vede scontare  sulla pelle dei dipendenti la generale e ben distribuita inefficienza delle Istituzioni preposte e di inesistente lungimiranza operativa.

1)Senza ombra di dubbio le attuali dotazioni organiche dei Consorzi sono carenti rispetto alle necessità

  1. a) Alcuni Direttori Generali sono anche Direttori Amministrativi
  2. b) Il Capo Sezione Ragioneria – Personale – Economato non ha Collaboratori Titolati autonomi ed operativi
  3. c) Le Direzioni Tecniche hanno carenza di Assistenti di Cantiere ed Operatori Tecnici qualificati (Ingegneri-Periti industriali-Informatici-Geometri-Elettrotecnici)
  4. d) Per il Consorzio di Taranto la Sezione Agraria è praticamente assente, vedendo solo la figura del Direttore dei Servizi con ad interim l’incarico di Capo Sezione Irrigazione – Acquedotti Rurali – Studi e Programmazione, non dispone neanche di un addetto alla segreteria, mentre per l’attività di campagna è coadiuvato da tecnici operanti sugli impianti di cui 3 irrigui ed uno idropotabile.
  5. e) Il personale operaio fisso per l’esercizio e manutenzione risulta sotto organico pertanto è coadiuvato durante l’anno dal personale O.T.D.

2) Il personale dalla Direzione Generale all’ultimo amanuense è rappresentato da soggetti di lunga carriera presso i consorzi, con alta professionalità acquisita. A causa delle indicate carenze di organico, nel corso degli anni si sono innescati contenziosi di lavoro, risoltisi in alcuni casi con la promozione del personale, che aveva operato negli anni, con mansioni superiori ai parametri contrattuali di assunzione. Gli stessi Commissari Regionali  hanno operato transazioni al riguardo, per limitare i costi delle sentenze negative per i Consorzi. A tal riguardo, quest’OO.SS aveva proposto ai sigg. Commissari, che per il contenzioso con il personale fossero fatte delle istruttorie interne che avrebbero potuto portare a delle transazioni vantaggiose per l’Ente, con abbattimento del 70-80 % degli importi richiesti per le mansioni svolte, consci della crisi in atto. I commissari, al contrario, per ogni contenzioso con il personale, hanno ritenuto opporsi con incarichi legali, che hanno avuto un costo di svariati milioni di euro, e in procinto di sentenze negative per i Consorzi hanno richiesto transazioni. E’ da evidenziare che la gestione Commissariale, senza aver applicato l’art. 45  del CCNL – Commissione paritetica meriti comparativi, effettuava promozioni di personale dipendente nella classificazione di Quadro e Dirigente d’Area senza che costoro avessero avanzato richieste legali. Tale comportamento si è verificato anche nel Consorzio di Bonifica della Capitanata, dove l’Amministrazione eseguiva 41 promozioni al personale dipendente senza aver istituito la commissione paritetica per giudizio merito comparativo. Quest’OO.SS aveva presentato opposizione al deliberato nr. 1264 del 02/02/2015 e la G.R. contro le normative contrattuali Nazionali dava parere di legittimità.

3) Stranamente nei Consorzi Commissariati, contro ogni logica, le gestioni commissariali non hanno mai avviato l’applicazione dei P.O.V. art. 8 CCNL dovuti per legge, sempre richiesti dai sindacati, agevolando quanto verificatosi ed illustrato al precedente punto n°2.

Circa i Piani Industriali, mai forniti ai sindacati, mai approvati dagli organi competenti Regionali e Consortili, avrebbero necessità di un’attenta lettura, onde evitare fantasiose interpretazioni, dovute ad una non perfetta conoscenza delle singole realtà consortili, in particolare  per l’esercizio degli impianti idrovori, irrigui ed idropotabili, per le attività amministrative per i lavori pubblici e per le emergenze locali.

Si chiede perché il piano industriale sia stato conferito incarico a una società esterna con un costo economico sui consorzi? Non sarebbe stato opportuno farlo redigere dai dirigenti dei consorzi che hanno la conoscenza delle realtà consortili e non si sarebbe aggravato le finanze consortili?

4) Circa la reale ed attuale situazione dei dipendenti, tenuto conto che in tutti i consorzi commissariati tranne per il biennio precedente, gli stipendi vengono pagati in maniera irregolare da anni, con acconti e con lunghi periodi di inesigibilità, che hanno toccato anche gli otto mesi in passato, ed oggi si attestano dai due ai sette mesi. Questo è di grande disagio. Non sono pochi i casi in cui i dipendenti esaurite le fonti di prestito bancario e familiari, sono caduti nelle mani dei così detti, alla romana, Cravattari, per poter sopravvivere in mancanza dello stipendio spettante.

 

Come noto la fonte economica per il funzionamento dei Consorzi erano gli introiti dei Tributi relativi alla:

  1. a) Bonifica, il famigerato 630;
  2. b) Irrigazione consumi e manutenzione; c)Acquedotti Rurali consumi e manutenzione; d)Spese generali delle progettazione e lavori pubblici.

La situazione odierna in realtà è la seguente:

  1. a) Il tributo 630 è sospeso e non pagato nelle provincie BAT - Bari – Taranto – Brindisi – Lecce da circa 15 anni. Gli importi iscritti in bilancio al 2003 per ruolo 630 dei 4 consorzi commissariati ammontava ad euro 23.539.475,40 per anno. Se non fossero stati sospesi nell’arco dei 15 anni i consorzi avrebbero avuto un consuntivo di cassa di circa 353 milioni di euro, tenendo presente che la contribuenza onorava il pagamento per circa l’80% del ruolo e si provvedeva alla pulizia ed interventi manutentivi ordinari sui canali. Mentre i servizi delle idrovore e quelli possibili ai canali sono regolarmente forniti.
  2. b) Il prezzo dell’acqua irrigua non è remunerativo dei costi, ma non per incapacità dei Consorzi, ma della lievitazione dei costi di energia e forniture, che devono far funzionare impianti ove si solleva acqua da 300mt. di profondità da pozzi o la stessa si deve rilanciare a 150mt. dal piano campagna, per irrigare le zone più alte del territorio, questo perché i programmi della cassa per il mezzogiorno, probabilmente prevedevano che la situazione economica generale rimanesse sempre quella degli anni 60-80;
  3. c) Altrettanto dicasi per gli impianti e le reti idropotabili rurali, ove oltre alla vetustà e perdite, regolarmente segnalate dai Consorzi alla Regione, senza che questi venissero ascoltati, si associa una densità di utenza media di 1-2 ogni km., mentre le reti AQP urbana una tale concentrazione la hanno in 2-3-mt. E’ evidente che i costi siano più alti perché spalmati su di un numero minore di utenze;
  4. d) Per la Diga Locone era ed è necessario un depuratore ( da finanziare con il PSR) che alimenti acqua potabile da fornire agli acquedotti rurali ( si allega relazione delle condizioni dell’acquedotto rurale della murgia), per cui ci sarebbero stati abbattimenti del prezzo al mc all’utenza . A causa di mancati finanziamenti non si è reso possibile tale intervento, gravando i costi per il Terre d’Apulia poiché è fornita acqua ad uso civile e zootecnico dall’AQP con un prezzo di 80 centesimi al mc. , di contro l’AQP si fornisce di acqua dalla diga del Locone per circa 60 milioni di mc con un corrispettivo di 4 centesimi al mc.. Inoltre l’Acquedotto Pugliese sversa acque reflue nei canali di Bonifica del Terre d’Apulia senza autorizzazioni/concessioni e corrispettivi da svariati anni. Per la Diga Occhito l’AQP emunge acqua per 60 milioni di mc. e corrisponde al Consorzio della Capitanata un forfait di circa 600 mila euro ( ridicolo);
  5. e) Circa le spese generali relative alle realizzande opere pubbliche, che prima erano erogati ai Consorzi dalla Cassa del Mezzogiorno – Ministeri Agricoltura e Lavori Pubblici- Regioni, in ragione del 12-15%, oggi per disposizioni legislative sono azzerate e ridicolmente riconosciute. Sono queste le cause del tracollo dei Consorzi e della mancata fonte economica anche per il pagamento degli stipendi al personale, che viene ingiustamente additato ed apostrofato, in maniera indegna come causa del deficit. Per smentire tale dire sul personale, basta leggere la documentazione prodotta dai Consorzi e senza perdersi nelle migliaia di pagine e numeri, per verificare:

1) Quale era il deficit dei Consorzi con la gestione di autogoverno delle associazioni di categoria al 1998 per il Terre di Apulia, al 2005 per lo Stornara e Tara ed Arneo, al 2011 per Ugento?

2) Quale è l’attuale deficit dei Consorzi dopo le gestioni commissariali, volute e indicate dalla politica regionale, di cui 5 Commissari per il Terre di Apulia; 3 per lo Stornara e Tara; 3 per l’Arneo; 2 per Ugento?

3) Con la gestione di autogoverno delle associazioni di categoria dei consorzi di Capitanata e Gargano è palese notare che sono funzionali ed efficienti per il mondo agricolo a differenza dei consorzi commissariati.

Tale verifica dovrebbe chiarirvi come la situazione sia precipitata da 1 a 2. Di certo non è il costo del personale che ha prodotto il deficit, ma bensì altro, che la vostra attenta analisi potrà e dovrà rilevare avendo quanto necessario per farlo.  Si raccomanda, infine, che la regione, adempiendo al proprio ruolo di controllo della gestione degli enti consortili, inviti le amministrazioni al pieno rispetto di quanto stabilito nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato (per esempio nell'elaborazione dei Piani di Organizzazione Variabile) e dia impulso, nell'ottica di una più corretta gestione delle risorse, ad una sensibile riduzione del ricorso ad appalti presso ditte esterne per l'espletamento di tutte quelle attività/opere che potrebbero essere svolte ricorrendo a personale già in forza presso i Consorzi, come fisso o come stagionale.

In merito alla proposta di riordino dei consorzi commissariati, riteniamo opportuno che l’irrigazione e quindi i Consorzi di Bonifica  siano i consorziati a gestire  con l’autogoverno così come stabilito dalle leggi Nazionali e l’intesa Stato Regioni del 2008.

 

 


Facebook Twitter Google+