Sport Calcio Foggia 1920
24/04/2017
di Umberto della Martora
Inutile oggi parlare di una partita, quella di Fondi, che ha sancito il ritorno ufficiale del Foggia Calcio in serie cadetta. Quei 90' sono semplicemente stati il sigillo finale ad una storia lunga 19 anni, inframezzati da un misto di gioie e lacrime , spesso davvero amare. Giusto ricordare successi come ad esempio quello ottenuto sotto la guida di Pasquale Marino (promozione in C1) , così come tanti altri, ma altrettanto doveroso non dimenticare il fallimento della gestione Coccimiglio o quello ancor più amaro del 2011, con Pasquale Casillo presidente ed un certo Zeman in panchina, conclusosi con la caduta tra i dilettanti per mancanza di danaro(e quindi di iscrizione alla Lega Pro) e l'addio del boemo, diretto verso Pescara. Sotto le ceneri di quella squadra, fu deposto, nel luglio 2012, un seme, piccolo, difficile da germogliare e da portare alla vita, ma coltivato con tanto amore ed attaccamento ai propri colori dall'allora sindaco Mongelli, da un foggiano trapiantato a Milano, Davide Pelusi e successivamente dall'imprenditore Ciro Amodeo e dalla famiglia Lo Campo. La neonata "pianticella" curata con pochi mezzi, ma tanto amore, è sbocciata tra mille difficoltà e peripezie varie, di mano in mano (non dimentichiamo Sario Masi, la fam. Scirano, l'avv. Verile, Giuseppe Tiso, l'imprenditore Leccese e scusate se non nominiamo tutte le persone coinvolte nel nuovo progetto) , sino ad arrivare in quelle più sicure e solide delle famiglie Sannella e Curci, attuali proprietari in parti uguali del pacchetto azionario. La passata stagione, con De Zerbi in panchina, tecnico amatissimo dal popolo rossonero, i Satanelli sentirono solo il profumo del salto di categoria, sfumato in dirittura d'arrivo al cospetto del Pisa di Gattuso. All'allenatore bresciano va riconosciuto il merito di aver riportato la gente allo Zaccheria, ricostruendo quel feeling tifosi - squadra, venuto decisamente meno dopo le ultime vicissitudini. Alla stesso modo , però, gli vanno addebitate un'eccessiva spigolosità caratteriale ed alcuni atteggiamenti negativi , anche in panchina, che andrebbero decisamente corretti e migliorati per poter crescere professionalmente. Il suo esonero e l'arrivo di Stroppa al timone dei Satanelli, il 14 agosto 2016, è stato indubbiamente uno schock che avrebbe potuto annullare tutto ciò che di buono era stato fin lì costruito. Brava la società a sostenere il proprio operato, bravo il neoallenatore ad entrare in punta di piedi in uno spogliatoio dichiaratamente "Dezerbiano", bravissimi i calciatori nell'apprendere man mano e con convinzione i nuovi dettami tecnici. Superate con sacrificio e grande spirito di gruppo le prime difficoltà ( vedi assenza di Mazzeo per infortunio, la pubalgia di Sarno, le non perfette condizioni fisiche del play Vacca), la squadra ha gradualmente spiccato il volo, grazie anche ad un mercato invernale durante il quale la società ha permesso al d.s. Di Bari di arricchire la rosa con calciatori di alto profilo quali Di Piazza, Deli, Figliomeni, o di prospettiva futura come Faber. Il resto è storia recente: le vittorie casalinghe contro tutte le grandi, Lecce in primis, i 10 successi consecutivi, una media punti da record e tant'altro ancora han fatto si che ieri , a Fondi, si chiudesse il il cerchio per dare inizio ad una nuova era rossonera. Un periodo, ci auguriamo, che sia contrassegnato solo da sorrisi ed ottimismo, in modo tale da assorbire con naturalezza anche qualche inevitabile caduta. Perchè l'importante, teniamolo sempre bene a mente, non è cadere , ma avere lo spirito giusto per rialzarsi subito e ripartire alla grande. In bocca al lupo, caro vecchio Foggia.....