Dino Marino: "La Regione deve bonificare i siti inquinati e stoppare l'impianto ex Safab , altrimenti è impossibile tutelare agricoltura di pregio"
"Sono a New York con Giuseppe Fiore, agronomo dell' associazione di produttori "TERRE DI ULIVI" che partecipa all'evento promosso dalla Regione Puglia " PUGLIA EVO WORLD". Giuseppe è venuto qui a far conoscere l'olio di Peranzana di San Severo in un incontro con 40 operatori del settore. Questa sera gli presenterò alcuni amici americani.
Mentre penso a questo importante evento e agli sforzi - anche sul piano del marketing - che la Regione Puglia fa per promuovere i nostri migliori prodotti nel mondo, mi viene in mente quanto sta accadendo a San Severo in questi giorni". A dichiararlo è Dino Marino, consigliere comunale Pd di San Severo che si pone un interrogativo: "Sono compatibili gli sforzi per commercializzare l'olio di "Peranzana", lo spumante"D'Araprí" , "LaPorta", "Domini Dauni", " Libiam"' i nostri vini e i migliori prodotti della nostra agricoltura di qualità con "Daunia Venenum" e con un impianto da oltre 60mila tonnellate per il trattamento dei rifiuti da realizzarsi in via Foggia?"
Per Marino "è impensabile pensare di continuare a vendere il vino, l'olio, il grano, insomma i nostri prodotti agricoli di qualità, mentre continuano a riempirci di immondizia e percolato i terreni, così come ha scoperto la DDA. Né siamo sulla strada giusta per tutelare l'ambiente e il diritto alla salute".
Secondo il consigliere comunale Pd, "per raggiungere questi obiettivi, non bastano gli sforzi pur lodevoli e le basi sulle quali sono state convocate le manifestazioni, gli atti di taluni comitati, i consigli comunali e nemmeno i paventati referendum. Dobbiamo tutti prendere coscienza che ci hanno già inquinato le campagne. Ora non abbiamo più tempo da perdere in sterili distinguo. È indispensabile che si inizi, senza distinzione di colori, a intimare alla Regione di procedere alle necessarie bonifiche nella Daunia, a cominciare dai luoghi di sversamento già indicati nell'indagine della DDA".
"Tutelare i cittadini - aggiunge poi Marino - significa spiegare ad Emiliano e Grandaliano che non si può costruire su un terreno inquinato come quello della ex Safab. Qui c'è in ballo una battaglia cruciale. O marciamo nella stessa direzione - dicendo "no" all'impianto di via Foggia e pretendendo dalla Regione la bonifica delle aree inquinate circoscrivendo l'attuale inquinamento a quello scoperto dalla DDA per permettere agli agricoltori che non hanno usato quelle pratiche malavitose di tutelare i propri prodotti e impedire che nelle zone contaminate si produca - oppure mettiamo a repentaglio il futuro delle nuove generazioni".