Sport Calcio Foggia 1920
02/07/2017
di Umberto Mastromartino
Pino Tredanari nasce a Desio 42 anni fa da papà Antonio e mamma Angela, entrambi foggiani. Dopo il primo anno di vita, però, Pino approda a Foggia, città natale dei suoi genitori, dove resta fino all’età di 25 anni. Nel capoluogo dauno trascorre, quindi, infanzia e giovinezza coltivando e alimentando, anche, la sua più grande passione: il Foggia. Da quel giorno Pino vive in America, perchè, per cercare un lavoro stabile, così come accade per molti giovani del Mezzogiorno, è costretto a distaccarsi dai suoi affetti per trasferirsi in California. Oltreoceano conosce una bella ragazza, bionda, con gli occhi azzurri, Margherita, che diventa sua moglie. Margherita è americana ma, anche lei, ha origini pugliesi. Oggi, Pino e Margherita hanno due splendidi figli, Angela di tre anni e Antonio di 11 mesi, i bimbi portano i nomi dei nonni paterni. Pino lavora in un ristorante, Margherita insegna in una scuola cattolica. Una volta l’anno la famiglia Tredanari riesce a riunirsi, a Foggia. Quest’anno, però, il ritorno in Puglia coincide con il ritorno allo Zaccheria. Grazie all’aiuto di amici locali, Pino riesce a contattare Franco e Fedele Sannella e, il presidente Lucio Fares. Così, Pino, in un pomeriggio caldo di fine Giugno, entra allo Zac, accolto dalla proprietà del Foggia e dai direttori, Beppe Di Bari e Beppe Colucci. Pino si presenta con tutta la famiglia, sua moglie Margherita, suo padre che immortala ogni momento con una macchina fotografica e i bambini: la piccola Angela dialoga in americano ma canticchia a memoria l’inno del Foggia, questo è da brividi. Dopo un colloquio con i fratelli Sannella, il Presidente Fares e con Di Bari e Colucci, Pino e la sua famiglia iniziano a visitare l’impianto, fino ad arrivare a calcare il manto erboso dello Zaccheria. In questo preciso momento Pino torna ad essere bambino, chiude gli occhi e la commozione prende il sopravvento, è impossibile trattenere le lacrime. Margherita, sua moglie, lo consola, lui, per nascondere la grande emozione, si rifugia tra le braccia dei suoi figli che subito iniziano a palleggiare al centro del campo e, poi, posano per far foto nel cuore dello Zac, con i satanelli della Tribuna Est alle loro spallle. “Questo luogo, oltre a rappresentare il simbolo della mia città, racchiude momenti indimenticabili, unici, quando da bambino prima e ragazzo poi, sui gradoni della Curva, seguivo le gesta della mia squadra del cuore con mio padre e con tutti i miei amici”. A dire il vero Pino, allo Zaccheria, ha presenziato lo scorso anno, quando il Foggia ha travolto la Lupa Castelli Romani per 4-1. “E’ stato meraviglioso poter tornare allo stadio a vedere il mio Foggia dopo così tanto tempo, appena ho varcato l’ingresso il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata”. Il Foggia, però, lo segue quotidianamente attraverso il web e, durante le partite, anche in America, cerca di creare un ambiente simile allo stadio: “Mi riunisco con mia moglie e i miei figli, a casa, guai a chi fiata, tutti indossano la maglia del Foggia e, se il Foggia segna, il boato è da stadio”. Caro Pino, il tuo amore per i nostri colori ci ha emozionato. Il Foggia è anche e soprattutto questo. A presto e, sempre forza Foggia. Area Comunicazione Foggia Calcio
Con piacere pubblico questo messaggio e video dell'Area Comunicazioni del Foggia Calcio