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12/02/2015

Continua la ….saga di Claudio Lotito. Del pres. di Lazio e Salernitana ce ne parla oggi l’ex d.g. del Foggia Vittorio Galigani
Vittorio Galigani

di Umberto della Martora

Nel nostro articolo di ieri, a proposito del girone C di Lega Pro, avevamo parlato del pres. della Salernitana ( e della Lazio ) Claudio Lotito , non solo per gli “aiutini” forniti alla sua squadra da qualche arbitraggio “non nemico”,  ma anche per una certa “arroganza”( si diceva) nel rapportarsi con altre società. Ci fa piacere che, alle nostre parole , giunga una conferma sull’importante sito “Tuttolegapro.com”, attraverso un significativo editoriale scritto dall’ex d.g. rossonero Vittorio Galigani, stretto collaboratore di tale testata giornalistica. Per conoscenza dei nostri lettori, lo riportiamo integralmente.

                                                Umberto della Martora

 

Claudio Lotito il padrone del “Palazzo”. Spezzaferri chiede alle procure sportive di indagare sugli atti di Tavecchio e Macalli. L’assemblea del 16 febbraio, l’ennesimo tentativo di burla a danno dei presidenti…

 

Tutti, nel mezzo del cammin di nostra vita, potremmo sentire la necessità di un tutor. Tutti meno Claudio Lotito. L’instancabile, inarrestabile, inarrivabile, onnipresente “magno” Claudio. Sovraintendente a tutto tondo del calcio di casa nostra. Consiglia, propone, governa, tranquillizza, impone. Si fa portavoce e garantista, a seconda dei casi. 

Tutor a sostegno anche dei suoi soldati che, pubblicamente, definisce inadeguati. A dire il vero usa un termine ben più colorito. Li fa girare come trottole, al suo servizio, imponendo scelte e strategie.  Il “magno” Claudio da carte a tutti i  tavoli ed in tutti i “palazzi”. Radio fante riferisce di un probabile esercizio di potere esercitato su Beretta (presidente della lega di serie A). Della autonomia, quasi nulla, che sarebbe stata concessa a Carlo Tavecchio. Della poca considerazione in cui sarebbe tenuto Mario Macalli. In pratica “l’impero” del magno Claudio si estenderebbe a dismisura ed il suo “potere” vorrebbe essere incontrastato. Dalle Alpi alle Piramidi, scriverebbe Alessandro Manzoni.

Se non che, molti presidenti di Lega Pro, quelli che rappresentano la maggioranza più ampia, hanno aperto gli occhi (finalmente!) e pretendono chiarezza e trasparenza sulla gestione di quanto avviene all’ interno di quella bella villa fiorentina, situata alla via di Diacceto.

A nulla valgono, in questa ottica, le numerose telefonate del “magno” Claudio a tirare per la giacca questo o quel dirigente, nel tentativo, puerile, di condurlo alla “sua” (esclusivamente “sua”) ragione. In alcuni casi, come ha recentemente riferito Pino Iodice (dg dell’ Ischia Isolaverde) i toni sarebbero stati irriguardosi e le proposte “indecenti”. Avrebbero rasentato la minaccia. Al punto che si starebbe riflettendo sull’ opportunità di sollecitare il Procuratore federale ad aprire un fascicolo, nel rispetto di quelle norme recitate dall’ articolo 1 delle noif. 

In verità, Giovanni Spezzaferri, presidente dell’ Aversa Normanna, ha già rotto gli indugi. Ha presentato un esposto alla  Procura della Federcalcio ed a quella del Coni denunciando il comportamento tenuto da Carlo Tavecchio e da Mario Macalli.  I due esponenti del vertice del calcio italiano (si fa per dire), per evitare di convocare l’ assemblea elettiva richiesta, a maggioranza, dai presidenti delle Società di Lega Pro, stanno tenendo, con riferimento alle rispettive competenze e responsabilità, una condotta palesemente in contrasto con i principi della lealtà e della probità. L’auspicio è che le Procure interessate intervengano ed al più presto, affinchè l’attuale situazione di illegittimità possa cessare.

Il dissenso nei confronti della governance Macalli sta, infatti, montando a dismisura. Lo certificano le numerose mozioni di sfiducia che, giorno dopo giorno, piovono anche sui tavoli delle redazioni sportive dei quotidiani. Un attacco violento che, nonostante l’ attività presenzialista di Claudio Lotito ed i tecnicismi regolamentari nei quali si stanno “rintanando”  Macalli ed i consulenti interpellati, difficilmente potrà essere respinto.

Una governance, quella di attuale, senza un progetto. La conferma? Le risorse diminuiscono anno dopo anno. I presidenti spendono, ma non comandano. Mai si è saputo e mai si saprà, in via preventiva, quali saranno i proventi per mutualità e diritti televisivi. E il Marketing? Trascurato, svilito e svenduto. 

La triade, ma Lotito principalmente, deve rassegnarsi. Governare la Lega Pro con questi sistemi è diventato impossibile. Debbono “comandare” i presidenti. Quelli che “escono” i soldi (come fa lui, con pieno diritto, nella Lazio, a Salerno ed a… Bari). In autonomia e senza la presenza asfissiante di chi antepone gli interessi personali a quelli della categoria. Macalli, dovrebbe riflettere. In due stagioni sono state cancellate 42 Società. Chi è riuscito a rimanere in sella, a costo di grandi sacrifici, non ne ha tratto alcun beneficio né economico, né di immagine. Tante, troppe, le promesse disattese. Lo confermano i numeri che sono sempre più aridi ed impietosi. Il voto di sfiducia è stato soltanto il suggello a una verifica che ha fornito risultati estremamente negativi. La parola fine posta sui titoli di coda di una gestione palesemente passiva.

Nel frattempo si sta apparecchiando per l’ennesimo tentativo di burla a danno dei presidenti. L’assemblea del prossimo 16 febbraio non è altro che la continuazione di quella del 15 dicembre 2014. All’ordine del giorno gli ultimi due punti della medesima. L’elezione di un nuovo consigliere e la discussione sulle linee guida per la ripartizione dei proventi derivanti dai diritti televisivi. Uno schiaffo, vero e proprio, a Carlo Tavecchio che il 5 gennaio scorso aveva invece intimato, a Macalli, la convocazione, rapida, di una assemblea nella quale si doveva votare la fiducia all’ attuale governance. Sarà, di sicuro, una  seduta bollente. Costi che si aggiungono ai costi. Inclusi quelli riguardanti la presenza, in quella sede, degli ispettori di Lega chiamati a vigilare. Un capitolo estremamente oneroso questo, che gli stessi, nel corso della stagione sportiva, hanno un costo pari ai quello dei ricavi prodotti dai play (off e out).

Comprenda, Macalli, che non è più il caso ed abbandoni con la signorilità che gli deve appartenere!

Infine. Non ci si può esimere da un passaggio sulla “querelle” tra la Federcalcio ed Antonio Conte. Anche qui, inopportunamente, il “magno” Claudio è  intervenuto all’incontro, a supporto del presidente (si fa sempre per dire) federale! E neppure sul momento difficile che sta attraversando il calcio in Italia. 130 persone coinvolte, penalmente, nello scandalo delle scommesse. Lo scorso anno il fallimento del Bari e la radiazione del Siena. La farsa attuale in casa Parma. Le Società che non pagano stipendi e contributi, ma non vengono deferite. Carlo Tavecchio, il presidente delle banane, squalificato dall’Uefa. Il CT della nazionale che è incriminato, per frode sportiva, dai magistrati di Cremona. 

Siamo certi che sia una situazione edificante e da prendere sotto gamba?

 

Fonte: Tuttolegapro.com – Vittorio Galigani


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