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26/05/2015

Ricostruzione a Lucera
Notizie da Lucera

Da qualche giorno corre negli ambienti dei costruttori come corre una voce che ha destato, come tuttora desta, viva preoccupazione per quanti si occupano della ricostruzione, in genere e in particolare auspicano la soluzione immediata del grave problema di assicurare un tetto a quelli che ne sono rimasti senza. E sono molto, circa quarantottomila, quelli che a Foggia semidistrutta e martoriata aspettano di rientrare in porto, in una casa, dopo la sciagura del naufragio.

La voce ha spaventato un po tutti e quando essa è diventata una viva e cruda realtà, ha causato addirittura del panico. Perché si vede allontanare, quasi disperatamente all’orizzonte del sogno e della speranza la possibilità di una qualunque decorosa ed igienica sistemazione sotto un modestissimo tetto.

La realtà cruda è questa: le fornaci di Lucera, Ala e Montalto, a seguito dell’abolizione del prezzo politico del pane e, quindi, dei nuovi accordi salariali, hanno triplicato, quasi, i prezzi dei materiali laterizi, infatti, i mattoni pressati 3, tipo 6x13x26 costano in Fornace lire settemila al migliaio; le tegole piane, tipo Marsiglia lire trentamila; i mattoni a tre fori lire dodicimila. Per modo che, considerando il trasporto si strada ordinaria a mezzo di carretti a due cavalli, capaci di trasportare 500 mattoni pieni o 400 tegole o 700 mattoni forati, pari a lire 900,i prezzi stesso diventano per la nostra città i seguenti:mattoni pieni L 8800, tegole L 32500, mattoni forati 13300, per ogni migliaio. Se si tiene conto del costo della calce viva anch’esso esagerato a L 800 il quintale e della sabbia viva di L 700 a carretto, si ottengono i seguenti costi dei manufatti: metro cubo di muratura dei mattoni pieni e malta comune L 6500 7000; metro quadrato di manto di tegole tipo Marsiglia L 600 metro quadrato di tramezzo in mattoni forati un foglio L 650.

Non vi è chi non veda in questi risultati la esagerazione  ed il superamento di ogni limite di rettitudine e di giusto guadagno. Né valgono a convincerci le analisi di costo di produzione presentate dalle fornaci, subito dopo l’accordo salariale col quale sono state fissate le mercedi orarie agli operai addetti alla lavorazione dei laterizi. Tali mercedi variano da L 15 l’ora ragazzo, L 20 donne L 25 ora operaia comune, L 30 operai tagliatori L 35 ora operai vangatori, muratori falegnami, L 40 ora fuochisti, L 42 ora capo-macchina e capo-meccanico. L’analisi è stata compilata per una produzione media giornaliera di 19mila pezzi di mattoni pieni e prevede per tale produzione un impiego 52 uomini, 20 donne e 5 ragazzi. In totale 77 operai l’ammontare della sola mano d’opera risulta di L 59.674,00 contro L 28.031,65 dell’analisi di gennaio 1945 con un aumento del 112,90%. A tale somma vanno aggiunte le spese generali ed accessorie, riportate in analisi come appresso: manutenzione decauville L 400, stipendi impiegati e tasse L 300, utile netto industriale L 770. Cosicché soltanto se si tiene conto di una produzione annuale di 5 milioni di pezzi di soli mattoni pieni di hanno i seguenti risultati: manutenzione decauville L 2 milioni, stipendi e tasse L 1 500 000, imprevisti L 1 500 000, utile netto industriale L 3 870 000.

E questo, come dicevamo, sulla sola produzione di mattoni pieni. Se integriamo questi dati con gli altri derivanti dalla produzione di altri laterizia arriviamo a cifre assolutamente impensate, dinanzi alle quali non è possibile reagire.

Vincenzo saponaro

 


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