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Cronaca

15/07/2019

Dalla Questura di Foggia
Misure cautelari per maltrattamenti

di Umberto Mastromartino

QUESTURA  DI  FOGGIA

                                                          Ufficio di Gabinetto

                    

                                                                                                                                                                                      Foggia 15.07.2019

 

COMUNICATO STAMPA

 

FOGGIA: Polizia di Stato esegue due misure cautelari personali per maltrattamenti in famiglia.

 

 

Nelle mattinate del 9 e del 10 luglio u.s., Agenti  della Polizia di Stato appartenente alla Squadra Mobile della Questura di Foggia, a seguito di attività d’indagine coordinata e diretta dalla locale Procura della Repubblica e su richiesta di quest’ultima, hanno dato esecuzione a due ordinanze emesse rispettivamente in data 8 e 9  luglio u.s. dal GIP presso il Tribunale di Foggia, entrambe applicative delle misure dell’allontanamento dalla casa familiare  e il divieto di avvicinamento alla parti offese.

Più nel dettaglio, la prima ordinanza scaturisce dalla denuncia della parte offesa, nei confronti del proprio marito, L.T. A., destinatario della misura cautelare, ritenuto responsabile di aver posto in essere nei 16 anni di matrimonio  condotte sempre più crescenti nel tempo di prevaricazione, denigrazione, oppressione e controllo ossessivo non solo del menage familiare ma anche della vita privata della moglie e della figlia minorenne.

Come per la precedente, anche la seconda misura cautelare personale applicata nei confronti di P.A., classe 76, origina dalla denuncia della propria moglie. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile acclaravano le pressoché quotidiane condotte di maltrattamenti e umilianti nei confronti della moglie convivente e dei tre figli minori, condotte consistenti in ingiurie, minacce, comportamenti violenti e finanche percosse, poste in essere anche in stato di alterazione psicofisica dovute all’assunzione di sostanze alcoliche, tali da rendere umilianti e insopportabili la convivenza, ingenerando nelle vittime il timore di subire imprevedibili impeti d’ira dell’indagato.

 

 


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