Politica
02/08/2019
di Umberto Mastromartino
“In continuità con le recenti attività del Mise, una delegazione parlamentare, di cui mi onoro di aver fatto parte, è partita in missione per la Cina per valorizzare e potenziare gli scambi commerciali tra l’Italia e la grande potenza asiatica. Sono 19 gli accordi istituzionali firmati a Villa Madama tra Italia e Cina in luglio. Il pacchetto comprende intese in diversi ambiti, dal fisco alla salute, dall'innovazione alla cultura, fino all'agroalimentare”.
È quanto osserva l’onorevole del M5S Giorgio Lovecchio nel corso del viaggio cinese, che sta mettendo in contatto i parlamentari italiani con le maggiori rappresentanze economiche ed istituzionali della Cina.
“Nella nostra prima parte del viaggio- continua il deputato pentastellato- abbiamo incontrato il vice ambasciatore italiano in Cina Giuseppe Fedele, che ci ha illustrato come funziona il turismo da e verso la Cina, abbiamo avuto contezza di quel che serve per irrobustire l’export dall’Italia verso le città cinesi e la presenza di startup italiane che vogliano investire in Estremo Oriente, per dar seguito al protocollo d'intesa per la promozione della collaborazione tra Startup Innovative e tecnologiche tra il ministero dello Sviluppo economico italiano e il ministero della Scienza e Tecnologia cinese, firmato dal vice premier Luigi Di Maio con il consigliere di Stato e ministro degli Esteri cinese, WangYi. Ci sono un miliardo e 400 milioni di persone in Cina, un mercato enorme, tutte persone estremamente affascinate dai nostri brand, non solo quelli luxury. C’è grande curiosità per il nostro agroalimentare e per il nostro stile di vita. Le nostre aziende, però, come ci ha raccontato il vice ambasciatore, non sono ancora pronte per l’investimento in Cina. Siamo chiamati ad una azione politica di accompagnamento, che aiuti le imprese a farsi conoscere in quel gigantesco mercato”.
Altro grosso tema è il turismo cinese verso l’Italia. Continua l’onorevole Lovecchio: “Gli operatori ci hanno spiegato che ai cittadini cinesi interessati ad una vacanza italiana sono consegnati i visti sono se hanno una buona capacità di reddito. Questo significa che il turismo cinese in Italia è essenzialmente molto danaroso, ma diretto principalmente nelle grandi città, perché è lì che trovano quello che cercano. Opere d’arte cultura e centri storici con i marchi del lusso, sicuramente, ma i cinesi vogliono anche trovare in Italia i loro confort e un personale capace di interloquire con loro anche in cinese, poiché molti turisti in vacanza in Europa non parlano la lingua inglese. Se nelle grandi città sono attrezzati ad accogliere turismo cinese con tali esigenze, queste competenze mancano del tutto al Sud e anche nel nostro Gargano, dove servirebbero info point dedicati con materiale informativo in cinese. Ci ha fatto riflettere anche un’altra annotazione degli imprenditori cinesi che abbiamo incontrato: in Cina i sistemi di pagamento sono ormai completamente smart, hanno abolito il contante e tutto è digitalizzato direttamente sullo smartphone. In Italia e sul Gargano in particolare siamo molto indietro, per quel che concerne la moneta elettronica. È quanto mai essenziale accelerare la risoluzione di questi ritardi, a Monte Sant’Angelo e su tutta la Montagna Sacra, in vista del Memorandum di Intesa tra il ministero per i Beni e le Attività culturali italiano e l'Amministrazione nazionale per il patrimonio culturale cinese (Ncha) sul progetto di gemellaggio volto alla promozione, conservazione, conoscenza, valorizzazione e fruizione di siti italiani e cinesi iscritti nelle liste del Patrimonio Mondiale dell'Unesco”.
“Il viaggio in Cina ci sta consentendo, quasi come dei moderni Marco Polo- conclude l’onorevole Lovecchio- di toccare con mano le grandi capacità di questo immenso Paese, che come ci ha detto il vice ministro del Dipartimento della Comunicazione del Comitato centrale del Partito comunista cinese, Jiang Jianguo, intende azzerare la povertà entro il 2020, che sfiora oggi il 3,6%, ma che sarà presto cancellata”.