Cultura
13/08/2019
di Umberto Mastromartino
Inmontagna, all’aria fresca e senza giochi elettronici … si può! A Monteleone di Puglia, il paese più alto della regione con i suoi 847 mt. s.l.m.è possibile fare un salto indietro nel tempo per scoprire (o riscoprire gratis) i giochi di una volta presso la collezione privata “Come eravamo”. La casa dei giochi datati nacque fra l’aprile e l’agosto del 2018per volere del Commendatore Michele Contella, un monteleonese trapiantato a Prato, per non disperdere gli oggetti più significativi della vita quotidiana del nostropassato. Il regno dei giochi fai da te, di quando la fantasia volava senza giochi elettronici libera fra i balocchi, abita sui monti dauni a nemmeno un’ora da Foggia, Benevento e Avellino.La collezione privata vanta 5.000 pezzi e rappresenta un’eccellenza del comprensorio. La seconda raccolta (dopo quella di arte sacra) del Contellaraccoglie pezzi rigorosamente in latta, legno, carta e cartone, soldatini in piombo, trottole,biglie, bambole, aeroplanini, elicotteri e giuochi di vario genere in uso sul territorio nazionale nel1900. Il reparto auto e moto ospita diversipezzi pregiati. Una quindicina di giocattoli a batteria sono stati realizzatidalle mani dello stesso collezionista.La perla della collezione sono i giochi statici ispiratiai disegni di Leonardo Da Vinci. I pezzi di Enzo Pisaneschiraccolti e conservati a Monteleone di Puglia testimoniano l’evoluzione (anche a livello “socio-antropologico”) dei giocattoli del XX secolo.I pezzi, originali o autoprodotti, vanno dai primi anni ‘50 agli anni ‘70 e provengono dalla collezione privata di Enzo Pisaneschi, appassionato di giochi d’epoca. “I bambini di oggi hanno perso la manualità – soleva ripetere il collezionista -In passato non c’erano molti soldi per comprare i giocattoli, per questo ci si doveva ingegnare. Spesso erano i bambini più grandi ad insegnare a quelli più piccoli come costruire o inventare i giochi, tramandando saperied abilità. Inoltre si giocava in comunità e quasi mai isolati, diversamente da quanto accade oggi. Credo sia importante per i ragazzi riscoprire questo modo di giocare, collettivo e basato sulle cose semplici, fatte con le proprie mani». L’artista dalle mani di “seta” non ha vistonascere e crescere la sua “perla”, la collezione voluta fortemente dal suo amico con l’intento di tramandare la cultura della nostraamata Italia alle nuove generazioni,a causa della sua prematura dipartita. Guardando con attenzione le opere del “Pisa” non possiamo far di meno che rimanere in assoluto silenzio avvolti nello spazio infinito.