Politica
27/09/2019
di Umberto Mastromartino
“Da un anno provo con richieste informali e formali a conoscere l’esito di due azioni, poste in essere dal Comune di Accadia nel 2016, in favore delle fasce deboli della popolazione, a tutt’oggi ancora non espletate nonostante siano stati stanziati dei fondi e ci siano due graduatorie con i cittadini ammessi ed idonei a tali iniziative. Lo scorso agosto ho anche inviato una pec di sollecito agli uffici comunali per l’accesso agli atti in ottemperanza allo svolgimento delle mie funzioni di deputato della Repubblica e nell’esercizio di attività di sindacato ispettivo, conformemente all’articolo 22 comma 5 della legge n. 291 del 1990, in forza del quale ho richiesto l’acquisizione di documenti amministrativi riguardanti le domande presentate dai partecipanti al Baratto Amministrativo e al servizio civico. Ma non ho ricevuto alcuna risposta dall’Ente locale”.
È quanto afferma l’onorevole del M5S Giorgio Lovecchio, chiamato da un gruppo di cittadini dei Monti Dauni a sincerarsi dell’esito delle delibere del 2016, con le quali il Consiglio comunale del Comune di Accadia aveva approvato il regolamento per l’aiuto alle fasce deboli per il pagamento di tributi comunali con la forma del baratto amministrativo, e per il servizio civico comunale.
Il primo permetteva ai cittadini residenti maggiorenni, con un indicatore ISEE non superiore al minimo vitale previsto per legge (€ 6.524,07), con tributi comunali non pagati, iscritti a ruolo e non ancora regolarizzati, di presentare domanda compilando un apposito modello. Il Comune aveva stanziato per questa misura denominata appunto “baratto amministrativo”, un plafond di 20.000 euro ed era stata stilata una graduatoria con un numero di cittadini definiti idonei.
Il secondo, il Servizio Civico Comunale, aveva come finalità il reinserimento sociale di quei cittadini che si trovino in situazione di bisogno e che sono privi di occupazione. Il reinserimento sarebbe dovuto avvenire attraverso l’assunzione di un impegno di tipo lavorativo da parte del cittadino che beneficia dell’intervento. Il servizio si configurava come forma di assistenza alternativa alla mera erogazione di un contributo economico. Anche in questo caso la graduatoria era stata stilata.
“Né del primo servizio né del secondo si ha contezza- prosegue il deputato pentastellato- ho richiesto per ciascuna misura il modello di iscrizione con relativo numero di protocollo, modello ISEE, offuscato quanto ai dati che si reputano essere sensibili e l'attestato di qualifica richiesto per l'iscrizione in graduatoria, ma dal Comune non ho avuto né gli atti né alcuna spiegazione. Nessuno dei due servizi è partito, neppure il secondo che dava la possibilità ai nuclei familiari di poter lavorare per un periodo massimo di 6 mesi, per 7 euro e 50 centesimi all’ora. Alcuni residenti di Accadia mi hanno raccontato di essere stati contattati nel 2017, ma nessuno ha potuto visionare la graduatoria né è stato chiamato per l’avvio del servizio civico. Un numero cospicuo di cittadini è stato illuso ed ingannato, in un momento in cui tante famiglie del Sud vivono il dramma dell’impoverimento economico e sociale. Mi auguro che il sindaco, che guida la comunità di Accadia da ben 13 anni, possa dare una risposta a chi ha partecipato e laddove necessario si attivi affinché gli uffici possano modificare i regolamenti, se sono questi la causa ostativa all’espletamento dei due servizi”.