Politica
04/10/2019
di Umberto Mastromartino
“Più cemento, più silicio e meno ulivi, recita il rapporto Ispra 2019, secondo cui la Puglia, terza in Italia per consumo di suolo, ha coperto centinaia e centinaia di ettari di superficie, perdendo circa 37mila quintali di produzione olivicola, se consideriamo solo gli olivi. Pari a circa 400 milioni di euro in meno all’anno. I parchi fotovoltaici stanno depauperando il nostro territorio agricolo. È nostro compito far migrare i pannelli solari dai campi fertili della Puglia e del Tavoliere sui tetti”.
È quanto afferma l’onorevole del M5S Giorgio Lovecchio, componente della Commissione Agricoltura, dopo la diffusione dei dati del Rapporto sul Consumo di Suolo dell’Ispra. In Puglia il fotovoltaico sta drammaticamente sottraendo suolo alle colture agricole. Fra quelle più interessate dall’occupazione degli impianti, oltre ai seminativi in aree non irrigue, vi sono i vigneti (circa 500 ettari, prevalentemente nel Brindisino e fra i comuni di Acquaviva e Casamassima), gli uliveti (208 ettari, per lo più nei comuni di Manduria, Acquaviva e Corato), i frutteti (circa 90 ettari, soprattutto nei comuni di Brindisi, Ginosa e Palagianello) e le aree destinate ad orti (560 ettari, metà dei quali solo nel comune di Foggia, all’interno del Tavoliere).
I dati evidenziano che in Puglia sono stati realizzati campi fotovoltaici a terra per più di 4.600 ettari, per lo più concentrati nel Salento (province di Brindisi e Lecce), molto variabili come dimensioni (da 1 sino a 40 ettari), spesso frammentati ma localizzati nelle stesse aree. Il comune con la maggiore superficie di impianti fotovoltaici in valore assoluto è Brindisi (890 ettari, quasi il 3% della sua superficie territoriale) seguito da Foggia (312 ettari) e Galatina (154 ettari).
“Dobbiamo impegnarci tutti, enti, imprenditori agricoli e attori economici e sociali a traslare il fotovoltaico sui tetti, nelle zone urbane e nelle campagne, con una misura diffusa di copertura, che produrrebbe non solo più energia ma sarebbe un incentivo alle rinnovabili attraverso l’eco bonus per recuperare il vecchio patrimonio edilizio esistente”, continua il deputato pentastellato.
“Solo nell’ultimo mese gli uffici provinciali ambientali della Provincia di Foggia,che rilasciano le diverse autorizzazioni, sono stati interessati da ben tre richieste nell’Alto Tavoliere, nei territori Comunali di Apricena, San Paolo di Civitate e Torremaggiore per la realizzazione di impianti fotovoltaici con sistema di accumulo integrato con impianto olivicolo. Le imprese proponenti stanno già cercando l’escamotage per aggirare gli ostacoli attraverso delle soluzioni per mitigare i danni, integrando gli impianti fotovoltaici con arboreti di olive da olio inserite tra i filari dei pannelli in modo da rendere l’intero intervento integrato e favorire, a loro dire quindi, lo sfruttamento e rinnovamento colturale dell’olivicoltura regionale. Va fatta molta attenzione nell’autorizzare tali impianti. L’Ispra ha spiegato bene il fenomeno della Land degradation: i campi fotovoltaici causano un degrado del suolo, che genera una perdita di produttività, una perdita di carbonio organico e di qualità degli habitat. Le nostre meravigliose campagne, la nostra ricchezza agricola, non possono essere deturpate da altri mega impianti camuffati con qualche filare di olivo, soffocato e piantato in un terreno non più fertile”.