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21/12/2019
di Umberto Mastromartino
Il Comune di Foggiaprima accusa la Regione per l’emergenza abitativa, poi ritarda l’esecuzione di 30 alloggi popolari. Quali sono le ragione del ritardo?
Il sindaco Landella si lamenta del commissariamento del Consorzio ASI ma poi corre il rischio che sia il Comune di Foggia a lasciarsi commissariare su altre questioni.
Il consorzio Coop. Casa ha recentemente adito la giustizia amministrativa per veder riconosciuti i propri diritti, maturati in conseguenza di quanto già pattuito e convenuto con il Comune di Foggia nella conferenza di servizi decisoria del 13.12.2018, che rinvia l’attuazione del programma all’adozione dei relativi atti da parte del consiglio comunale. Il consorzio ha chiesto in subordine la nomina di un commissario ad acta. E’ noto infatti che, a distanza di oltre un anno, l’accapo non è stato ancora esaminato dal consiglio comunale nonostante quest’ultimo sia stato più volte convocato,prevedendo l’accapo all’ordine del giorno.
Alla luce di quanto sopra è legittimo chiedersi se ci sono motivazioni di ordine tecnico e/o burocratico che impediscono che la questione venga messa all’ordine del giorno e discussa in consiglio comunale, e nel qual caso vengano rese note, oppure se i ritardi lamentati dal consorzio Coop. Casa siano imputabili a motivazioni di ordine politico. E di ciò si chiede che vengano forniti i dovuti chiarimenti.
La questione in oggetto viene sollevata in quanto riveste grande rilevanza sul piano sociale, atteso che l’eventuale definizione porterebbe alla realizzazione, a carico del consorzio Coop. Casa, di ben 30 alloggi popolari (oltre ad altri interventi di edilizia privata ed opere di urbanizzazione), con conseguente attenuazione della grave emergenza abitativa nella città di Foggia.
Appaiono sin troppo evidenti le contraddizioni nell’atteggiamento dell’amministrazione comunale che da una parte accusa, strumentalmente, la Regione Puglia di essere responsabile dell’emergenza abitativa in città, ma dall’altra trascura una questione che restituirebbe un minimo di dignità a trenta famiglie bisognose.
Pippo Cavaliere