Sindacale
29/08/2020
di Umberto Mastromartino
GIORGIONE: ASSISTITI, LAVORATORI E IMPRENDITORI DELLA SANITA’ PRIVATA … ASCOLTIAMOLI!
Foggia, 28 ago. – Durante questa anomala campagna elettorale, Giorgione sta seguendo con molta attenzione tutte le dichiarazioni eche si stanno susseguendoa difesa dei “sacrosanti diritti” o “diritti incontestabili” delle strutture sanitarie private e, ovviamente, degli assistiti che ricevono le loro cure e dei lavoratori che prestano servizio alle dipendenze delle stesse.Osserva, con meravigliato stupore, anchela posizione interessata di chigià ci ha rappresentato in Consiglio, sia di maggioranza che di opposizione che, a margine della consueta passerella pre-elettorale o visita istituzionale rilascia l’immancabile dichiarazione stampa che dovrebbe sintetizzare il “malessere” del comparto, di questo delicato settore.
Giorgione è un tecnico prestato alla politica. Crede che sia giunto il tempo di spiegare tecnicamente i gravi problemi che il settore si porta dietro da tempi antichi, quello che si è fatto, quanto ancora c’è da fare e quanto lui potrà fare se i cittadini porranno la loro fiducia sulla sua coalizione.
In oltre 25 anni di attività sindacale in veste di Segretario Generale della FPL – UIL, l’incessante lavoro d’ascolto di Luigi Giorgione gli ha trasferito tutte le difficoltà che incontra l’imprenditore della sanità privata nella gestione delle attività e che si ripercuotono sugli incolpevoli lavoratori il cui malessere organizzativo finisce per riflettersi inevitabilmente sulla qualità di assistenza. E questo è un dramma nel dramma.
“Per anni, ho ascoltato i datori di lavoro, gli imprenditori, ma mi sono soffermato maggiormente con i dirigenti, con coloro che hanno la responsabilità organizzativa e gestionale delle strutture sanitarie che governano, con coloro che “vivono le corsie”. Ho dedicato molto tempo all’ascolto dei lavoratori, medici, professioni sanitarie e di supporto. Ho voluto sentire anche e soprattutto gli assistiti che, quando l’imprenditore è costretto a ritardare l’erogazione dello stipendio, come drammaticamente è avvenuto in questi ultimi mesi oppure non crea un contesto lavorativo disteso, vive lo stress con lo stessa intensità del dipendente e ne risente l’esito della cura. DRG, tariffe di remunerazione inadeguate, spesso ferme ad oltre 10 anni fa o che non considerano i costi reali di produzione, distribuzione dei budget sullo storico da parte delle ASL e non su indicatori di qualità di miglior assistenza erogata (quando invece, su questo aspetto, la normativa regionale è molto chiara). Una “giungla inesplorabile” di normative in continua evoluzione e che dovrebbero essere raccolte in un testo unico regionale, semplificate e rese chiare e trasparenti. Molto è stato fatto, ma molto ancora c’è da fare. Ho speso gran parte della mia vita e del mio tempo a cercare di rendere fruibile alla politica tutto il disagio gestionale delle strutture sanitarie pubbliche, ma soprattutto private: la sofferenza di migliaia di lavoratori che sono stati in cassa integrazione e hanno visto solo qualche giorno fa il suo accredito, che hanno rischiato anche in prima linea, ma non hanno ricevuto alcun premio, anzi quello previsto dal contratto collettivo nazionale a luglio, paradossalmente e tristemente, gli è stato tolto per le assenze dovute all’ammortizzatore sociale. Lavoratori che non vedono adeguare le proprie retribuzioni da 14 o 8 anni in base al contratto applicato, professionisti sanitari umiliati da retribuzioni non proporzionate alla quantità e qualità del loro lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla loro famiglia un'esistenza libera e dignitosa come recita bene l’art. 36 della Costituzione italiana.
E mi sono chiesto, ma è mai possibile che persone con lo stesso livello culturale, lo stesso percorso universitario o di formazione e che eroga le medesime prestazioni con le stesse responsabilità, possa essere trattato in differenti modi in base al contratto di lavoro applicato in azienda?
Sono tante e molteplici le problematiche che attanagliano la sanità privata, in Italia e in Puglia.
In questa breve campagna elettorale voglio affrontarli, sviscerali, ascoltarli con ulteriore attenzione e voglio raccontarli. Se i cittadini vorranno, mi impegnerò a risolverli con una coalizione che in tutti questi anni, certamente non è rimasta impassibile al grido di allarme, ma che sicuramente vuole fare da apripista in Italia a un modo diverso di concepire la sanità privata: non sostituiva, ma integrativa del pubblico, ma con pari dignità per chi investe, per chi ci lavora e, soprattutto, per chi con essa si cura.